L'urlo del mattino - Morirei

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  1. ~Shira
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    La fanfiction Il male e la cura si svolge nella stessa linea temporale di DB, una linea in cui C18 e Marion non possono stare insieme (quantomeno perchè C18 è sposata e lo resta fino alla fine del GT).
    Le mie ff in cui è presente una loro relazione, pertanto, si svolgono in una linea temporale diversa, in cui, dopo il Cell Game, le cose hanno preso una svolta inaspettata.

    L'urlo del mattino - Morirei



    “AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!”

    Era presto.

    La sveglia segnava già le 09:00, ma questo non cambiava nulla, non cambiava l'unico dato di fatto: per C18 era ancora maledettamente presto!

    E ciò che l'aveva svegliata era un urlo. Un urlo femminile.

    Sbuffò sonoramente, alzandosi a sedere e lasciando che il lenzuolo cadesse a terra. Sbadigliò, sistemandosi meglio il pigiama azzurro che durante la notte si era leggermente alzato.

    Probabilmente la sua coinquilina stava guardando un film horror, o qualcosa del genere, non c'era altra spiegazione.

    Ma la cosa generava due problemi, e C18 non avrebbe saputo dire qual'era il più grave.

    Problema numero uno: L'urlo l'aveva svegliata. E lei odiava essere svegliata da qualcosa, specialmente da un urlo.

    Problema numero due: Se davvero la sua coinquilina stava guardando un horror - ma perché alle nove del mattino, poi? - allora sicuramente quella notte avrebbe avuto gli incubi, e a causa degli incubi non avrebbe dormito...e questo significava che - secondo la contorta logica di Marion – anche C18 sarebbe stata costretta a restare sveglia. Questo perché per quella peste dai capelli blu valeva un'unica regola: se non dormiva lei, non doveva dormire nessun altro occupante della casa. C18 iniziava a capire perché nonostante Marion avesse una famiglia numerosa nessuno si fosse mai fermato a dormire nella camera degli ospiti. Avevano paura che Marion non dormisse.

    “AAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!”

    L'urlo si ripeté, questa volta più chiaro. C18 sbatté un paio di volte gli occhi, ancora assonnata. Il sonno la stava leggermente rincoglionendo, quindi non poteva esserne sicura, ma avrebbe giurato che la voce che urlava fosse proprio quella di Marion!

    Con uno scatto C18 scese dal letto, ancora con addosso il pigiama e si diresse verso il salotto, da dove udiva provenire le grida....

    Trovò la ragazza comodamente seduta sul divano, che la guardava con un sorriso angelico. Il classico sorriso del lupo prima di sbranare l'agnello.

    “....MA SI PUO' SAPERE CHE HAI DA URLARE?!” sbottò C18. Anche se cercava di non darlo a vedere era sollevata che Marion non fosse realmente in pericolo.

    La giovane continuò a rivolgerle quel sorriso.

    “....volevo vedere se saresti arrivata!” rispose con aria innocente.

    C18 sbatté gli occhi un paio di volte, per poi sgranarli, incredula. No, non era possibile. Doveva essere uno scherzo...quella peste non poteva davvero essersi messa a urlare alle nove del mattino - sapendo, poi, che lei stava dormendo - solo per vedere se sarebbe venuta!!

    “....mi prendi in giro?” chiese, inarcando il sopracciglio sinistro e preparandosi mentalmente a un'incazzatura doc.

    “No!” replicò Marion, come se quello che aveva appena fatto fosse la cosa più naturale del mondo “Volevo davvero vedere se ti saresti preoccupata sentendomi gridare” continuò sorridendo.

    C18 non sapeva se essere più stupefatta o arrabbiata...alla fine prevalse la seconda possibilità.

    “Ma come ti è venuto in mente?! Mi hai fatto prendere un colpo!” gridò, infuriata “Già ti vedevo sbranata da qualche alieno cannibale!”.

    Il sorriso di Marion si fece più luminoso e brillante.

    “Quindi ti preoccupi tanto per la mia vita!”.

    I suoi occhioni color del mare luccicavano come stelle, ma C18 la osservò con freddezza.

    “No. Ma se tu dovessi morire i tuoi parenti rileverebbero questa casa, e potrebbero decidere di sbattermi fuori. E' per me che mi preoccupo, non certo per te!”.

    La luce negli occhi di Marion si spense e lei abbassò la testa, sconsolata “Oh...”

    Senza aggiungere nulla, C18 si diresse nuovamente in camera sua, decisa a riprendere il sonno da dove l'aveva interrotto. Entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle, per poi appoggiarcisi contro e sospirare appena.

    “...idiota...” mormorò piano, fissando il pavimento “Mi è quasi venuto un infarto...” strinse i pugni, rialzando la testa e dirigendosi a passo di marcia verso il letto. Si stese, sistemando nuovamente coperte e lenzuolo sopra il suo corpo, quindi sistemò il cuscino e vi appoggiò la testa. Con un ultimo sospiro chiuse gli occhi.

    Stupida, non lo sai che se solo ti succedesse qualcosa io morirei?
     
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